Stare sul C. Testimonianza poetica in forma di chiacchierata da bar

DI E CON: Manuel Buttus, Flavio D’Andrea e Marta Riservato
UNA CO-PRODUZIONE: Associazione Culturale Cave e teatrino del Rifo

Nel locale di una vecchia osteria, qualche sedia, vino, carte da briscola. Al tavolo Marta, Manuel e Flavio. Qualcuno cita Rodari:

“Spiegatelo voi, dunque, in prosa od in versetti, perché il cielo è uno solo e la terra è tutta a pezzetti”.

Da lí partono, a valanga, racconti e storie: sul confine territoriale, come quello che storicamente ha cambiato l’assetto socioculturale del Friuli Venezia Giulia o come quei confini che in tutto il mondo bruciano e condannano vite. Ma anche su confini effimeri, interiori e intimi, come quelli che nascono “tra il denti e il fôr, tra il sora e il sot, tra il vert e il desert”, come raccontava il grande Leo Zanier.

E cosa ne sa di chi ha subìto o subisce davvero un confine, chi è cresciuto nel protettivo tepore della pianura friulana? O cosa ne sa di confini chi non è mai uscito dalla Regione o chi i confini li supera comodamente con passaporto in mano, seduto su un sedile d’aereo? Niente?!

STARE SUL C. è una tragicommedia paesana, artigianale, piena di colore, di citazioni erudite, di sentenze lapidarie e ironia nera… un mix familiare a chi naviga tra le osterie.

Una commedia che si gioca a carte scoperte. Gli attori sono semplicemente se stessi e iniziano a raccontare in prima persona: storie lontane si intrecciano con i loro confini, con i confini delle loro vite, delle loro storie, con le strade percorse con i maestri, guide che hanno scavato tra le ferite del genere umano e hanno tracciato rotte per chi prova a navigare tra le sue cicatrici. Fino ad arrivare al confine che sta dentro le vite di tutti, il filo sottile fra la vita e la morte.